12 Maggio 2022

«Ora le proposte. Arriviamo al ballottaggio tutto il resto si vedrà»

di Matteo Macor

«Concentriamoci sulle nostre proposte, arriviamo al ballottaggio, e poi si vedrà». Tocca a Roberta Pinotti, distendere gli animi e «ridare fiato» al Pd genovese dopo i giorni sull’ottovolante seguiti prima alla ricandidatura, poi al passo di lato di Alessandro Terrile. La senatrice dem ha seguito le decisioni del suo partito dall’estero, in viaggio in Lettonia, e prova a far voltare pagina alla coalizione progressista. «L’ultimo mese di campagna è quello in cui le persone realizzano andranno a votare – rilancia l’ex ministra – Sarà difficile, ma abbiamo il tempo e lo
spazio per fare bene».

Non pensa potrebbe rappresentare la pietra tombale sulle speranze di rimonta, la settimana passata a discutere di candidature più che di contenuti?

«Rinunciando alla candidatura, Alessandro Terrile ha dimostrato senso della comunità, dedizione alla città e al proprio partito. Un esempio di serietà e maturità politica, anche davanti ad attacchi, fuori e dentro la coalizione, eccessivi e pretestuosi. Nella sua nomina professionale non c’era nessuna incompatibilità, ma una candidatura non può correre il rischio di creare problemi»,

L’errore di “calcolo”, però, evidentemente c’è stato. C’è il tempo, ora, per rimediare?

«L’abbiamo già fatto. Ora è il momento di discutere di altro. E in questo dobbiamo ringraziare il segretario genovese Simone D’Angelo, che a un mese dal voto, davanti alle inevitabili difficoltà che
dovrà affrontare, ha deciso di candidarsi nella lista da cui si è sfilato Terrile, dando un segnale di responsabilità e generosità».

I sondaggi continuano a parlare di un gap tra candidati incolmabile.

«Sappiamo bene che si tratta di una campagna elettorale in salita, conosciamo le occasioni, gli spazi, le risorse che il sindaco Marco Bucci ha avuto per costruire il suo vantaggio. Ma sappiamo anche molto bene, e in questo penso che Ariel Dello Strologo stia dimostrando di saperlo spiegare alla città, che Genova è anche molto altro, rispetto alla ricostruzione del ponte sulla Valpolcevera».

Su quali filoni pensa il campo progressista debba puntare, ora?

«Penso al senso di comunità e alla cultura della solidarietà, da ricostruire lavorando sulle reti dei servizi, educativi e sociali. E al campo delle produzioni innovative, la meccanica di precisione, l’elettronica, la cyber, un’economia su cui Genova dovrebbe puntare tanto, anche sulla base della storia che ha. Bucci batte sulla cultura del fare, ma in questo settore, mentre sul lavoro la città sta soffrendo, non si può dire abbia lavorato per sostenere, agevolare, sviluppare».

Cosa si aspetta, in questa volata finale fino al voto, da un candidato come Dello Strologo?

«Dello Strologo ha un tratto gentile e competente, sa spiegare le cose, può fare la differenza rispetto a tanti burberi maltrattanti che troviamo spesso in politica, anche in città. Non pensiate il modello dell’uomo solo al comando, machista e decisionista, sia per forza il più gradito dall’elettorato. E anche per questo, che i sondaggi parlano di una crescita continua della sua candidatura».

E dal Pd?

«Il Pd genovese, dopo le difficoltà di questi giorni, è un partito più unito. Dopo tante divisioni interne, farà un buon risultato alle amministrative».

A livello nazionale, le posizioni sulla guerra e l’invio di armi in Ucraina non hanno aiutato granché.

«Penso fosse e sia inevitabile, oltre che giusto e sano, che questo tema a sinistra crei dubbi, faccia porre mille domande. Ma la guerra, come il Covid, al Pd hanno imposto di fare un salto di qualità. Siamo noi il pungolo responsabile del governo, pensiamo a temi come la difesa europea, o all’assegno energia».

Quanto influiranno, i temi del voto locale, sugli equilibri nazionali? Ad esempio nei rapporti con il M5s?

«Con il M5s, dopo fasi in cui si condivideva il governo nazionale e si faticava a convergere a livello locale, la situazione è cambiata: Letta e Conte si incontrano per chiarirsi su certe diversità di vedute, mentre a livello locale c’è coesione quasi ovunque. Ci sono i presupposti perché il progetto possa consolidarsi in alleanza, a tutti i livelli».

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